
bn+ (Brinanovara), ANIMAL FARM.
16 Marzo 2019
Antropologica Tre ricerche degli anni Settanta
1 Settembre 2019Il gruppo GRAV, il Centro Culturale Serre Ratti, le ricerche pittoriche degli anni Settanta e Ottanta.
16 maggio | 30 giugno 2019
Orari di apertura: martedí – sabato | 14.00 – 19.00
Nel periodo compreso tra il 20 e il 30 settembre 1978, il Patria, un battello della Navigazione Lago di
Como, ospitó una mostra itinerante di arte cinetica. All'interno dello scafo erano esposte una serie di opere del GRAV (Groupe de Recherche d'Art Visuel), un gruppo di artisti composto da Francois Morellet, Julio Le Parc, Francisco Sobrino, Horacio Garcia Rossi, Yvaral, Joel Stein e Vera Molnar,
attivo a Parigi dal 1960 al 1968. Partito il 20 settembre da Menaggio, il Patria fece tappa a Lecco,
Bellano, Colico, Bellagio, Gravedona, Argegno e Como. In ciascuna di queste localitá il battello
giungeva alle 18.00, orario di apertura della mostra: alle 21.00 si tenevano la presentazione della
rassegna e una serie di attivitá didattico-informative.
Curata da Luciano Caramel, la mostra era stata organizzata dal Centro Culturale Serre Ratti. Ricavato
all'interno delle serre di proprietá della famiglia Ratti a Como, il centro ospitó tra la metá degli anni
Settanta e la fine degli Ottanta una serie di esposizioni e di conferenze di artisti legati alle ricerche
ottico-visuali, alla pittura analitica e alle tendenze astratte del primo Novecento. Il “regista” di questa
operazione di divulgazione dell'arte contemporanea era Paolo Minoli, non senza l'aiuto di Caramel.
Dell'esposizione itinerante del GRAV, cosí come di molti altri eventi espositivi tenuti presso il Centro
Serre Ratti, resta una cartella straordinaria di serigrafie che costituisce il nucleo portante della mostra
presso la Galleria Monopoli. Accanto a queste opere grafiche sono presenti lavori degli artisti che
partecipavano all'attivitá del Centro: Grazia Varisco, Jorrit Tornquist, Sandro De Alexandris, Paolo
Minoli, oltre a dipinti di alcuni dei componenti del GRAV come Horacio Garcia-Rossi e Joel Stein. Ad
accomunare tutte queste opere era l'idea che lo sguardo dell'arte – e quello della pittura in particolare –
non potesse che essere irrequieto.
Il mondo, tra anni Sessanta e Ottanta, stava conoscendo una fertile instabilitá: all'arte di attitudine
sperimentale toccava il compito di educare la visione dello spettatore a farsi a propria volta irrequieta.