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a cura di: Atelier Dangelo e Galleria Monopoli
SERGIO DANGELO - "Orchidea Intima"... Carte, Hand-Made e un "Toi"

MOSTRA
Sull’onda del successo dell’importante mostra antologica al MuDA di Albisola (per questo prolungata fino a marzo 2024) arriva il primo omaggio milanese al Maestro surrealista Sergio Dangelo, a circa due anni dalla scomparsa.
Nasce dall’incontro con Pietro Monopoli la mostra dal titolo SERGIO DANGELO – “Orchidea Intima”: Carte, Hand-Made e un “Toi” che si inaugura nello storico quartiere di Lambrate (oramai noto come distretto dell’arte e del design) nello spazio espositivo Galleria Monopoli.
L’esposizione presenta 28 carte di vari formati e 6 hand-made, dagli anni ’50 fino ai lavori più recenti, e la scultura in bronzo “Toi”. Le opere selezionate, inedite, provengono tutte dall’Atelier Dangelo, e sono il frutto dell’iniziale riordino dello storico studio milanese del Maestro.
Dangelo, uno dei fondatori del Movimento Arte Nucleare e animatore della scena dell’arte sia in Italia sia all’estero fino alla sua scomparsa, ha sempre amato disegnare, schizzare, dipingere, incollare sulla carta.
I lavori esposti sono su supporti cartacei differenti, “carte, cartoncini, dai profili squadrati o meno, carte da pacco, coperchi di scatole, pregiatissime carte giapponesi, perfette o ‘maltrattate’, strappate, raramente riaggiustate”, racconta Simone Reggiori Dangelo.
Sono opere dense, complete, tutte titolate, “dalle tinte pallide e violente, i segni automatici, le forme graffianti, le colature lunari” scrive Amanda Reggiori Dangelo, con le pennellate che si alternano al tratto sottile - veloce e deciso dangeliano - alle maculature, con forme zoomorfe e antropomorfe e vegetali, forme geometriche e forme gestuali, pianeti perfettamente circolari o esplosi e orizzonti di terre e di mari, su sfondi magistralmente elaborati dai colori vibranti in un racconto insieme vorticoso e pacato, “intimo” e di “sogno”.
Nei lavori è immancabile, come sempre, lo humour, il rimando letterario, il gioco, le memorie musicali ed esperienziali. Carte, quindi, come gioielli per amatori raffinati e segreti, oltre che cultori del Surrealismo.
I sei hand-made esposti, oggetti dada-surrealisti costruiti da Dangelo fin dagli anni ’50 e per tutto il suo percorso artistico, sono da appoggio o da appendere, di varie dimensioni.
Gli hand-made (così chiamati durante un incontro con Marcel Duchamp) sono sapienti e creativi assemblaggi di materiali, i più vari, nella maggioranza di recupero – legni verniciati o grezzi, palline da ping-pong, chiodi, cartoni da imballo, fiori artificiali, tessuti, corde, ecc. – con sagome trovate così o rimodulate, in equilibri apparentemente instabili, di fatto in magica incrollabilità, e suggeriscono paesaggi quotidiani reinterpretati e onirici.
Nella loro tridimensionalità, propongono soggetti, forme, colori, segni, elementi, suggestioni sempre presenti nell’opera di Dangelo, nelle tele come nei disegni, nei collage come nelle grafiche, nelle carte come nelle ceramiche, in assoluta coerenza col suo lungo itinerario autoriale.
“Toi” è la versione bronzea della parola “toi”, già hand-made costruito con legni trovati, dalle forme coerenti alla morfologia della scritta, fuso in metallo. Reso, così, perenne, immutabile, più che concreto.
“Toi” significa “tu”, “ti”, “te”, in francese, seconda lingua di Dangelo. È un leitmotiv nell’opera del Maestro, frequentemente presente nei suoi titoli e nei suoi scritti, si ritrova nelle tele come termine in stampatello, negli oggetti, nei collage e in altro ancora.
Il bronzo dialoga con la leggerezza delle carte riportando alla materialità, alla concretezza, forse verso il paradosso, l’assurdo, il gioco sottile, elementi fondanti della “biologia surrealista”, come la definiva Dangelo.
CATALOGO
SERGIO DANGELO – “Orchidea Intima”
Il catalogo, disponibile in galleria, include, oltre a due brevi scritti dei figli Amanda e Simone Reggiori Dangelo, una importante raccolta di “frammenti”, ordinati in sequenza temporale - dal 1958 al 2015 - sull’opera di Sergio Dangelo.
Testi scritti per lui, su di lui, da poeti, critici, storici, accademici, intellettuali, italiani e stranieri, amici e/o estimatori della sua opera: Roberto Sanesi, Tristan Sauvage, Giampiero Giani, Guido Ballo, Alain Jouffroy, Valerio Zurlini, Maria Teresa Roberto, Carlo Franza, Tommaso Trini, Arturo Carlo Quintavalle, Luciano Caramel, Flaminio Gualdoni, Luca Pietro Nicoletti, Francesco Tedeschi.
CENNI BIOGRAFICI
SERGIO DANGELO (Milano 19 aprile 1932 - Milano 4 gennaio 2022)
Dangelo ha studiato a Parigi, Bruxelles e Ginevra.
Nel 1943, durante una lezione di matematica al liceo Berchet, esegue il suo primo disegno. Il segno grafico “freddo e lirico”, secondo una definizione del poeta Guido Ballo, e la notazione rapida, sono, da allora, una costante della sua espressione figurativa.
Viaggia l’Europa giovanissimo e, nel 1948, a Zandvliet, fa atto di “surrealismo assoluto”. Gli sono fari guida il padre Alberto – la cui biblioteca è ricca in letteratura “europea”–, André Breton, Charles Estienne, Théodore Koenig, Thelonious Monk, e i protagonisti del dopoguerra, i CoBrA, i Vorticisti, gli Informali.
Partecipa, dal 1950, all’avventura del terzo convoglio surrealista. Da Ennio Tomiolo, suo maestro, apprende che la pittura non è “carriera né missione”; da Gianni Dova, Roberto Crippa e Cesare Peverelli il “muovere veloce della mano”; da Max Ernst che “si può dipingere sognando”.
È uno dei fondatori e l’animatore del Movimento “Arte Nucleare”, determinante per lo sviluppo dell’arte europea contemporanea.
La sua prima esposizione, con i celebri quadri “nucleari”, è del 1951 nella prima Galleria San Fedele di Milano. Da allora sono numerose le mostre in gallerie d’avanguardia (651 personali, 1600 collettive) e gli inviti nei Musei. È stato invitato alla Biennale di San Paolo (quattro edizioni), alla Biennale di Parigi (tre edizioni), alla Quadriennale di Roma (una edizione), alla Biennale di Venezia (sei edizioni; con sala personale nel 1966), alla Triennale di Milano (cinque edizioni; con Ettore Sottsass, sala d’ingresso, 1960), a Palazzo Reale di Milano, esposizione personale antologica nel 1972; alla Galleria d’Arte Moderna Comunale di Bologna per la mostra L’Informale in Italia (1983); a Palazzo Reale di Milano nel 2012 per la mostra Addio Anni ‘70 - Arte a Milano 1969-1980.
Nel 1954, per intesa con Asger Jorn e con il patrocinio di Tullio d’Albisola, organizza l’Incontro Internazionale della Ceramica ospitato nella fabbrica M.G.A. (G. Mazzotti 1903). Arturo Schwarz presenta (1986, Biennale di Venezia, Arte e Alchimia) il suo dipinto La Chaîne des Rouges Pommiers e la scultura in legno e sospiro L’Arbre d’Amour.
È del 1995 l’esposizione personale Come in un bosco, antologia di dipinti e di oggetti dal 1956 al 1993 alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate.
Del 2020, in Casa Museo Boschi Di Stefano, a Milano, è la mostra intitolata Ancora e sempre, opere di Dangelo del periodo ‘50 - ’60 dalla collezione Boschi Di Stefano.
Nel 1989, Dangelo, Milena Milani e Bepi Mazzotti replicano con una seconda edizione l’Incontro Internazionale della Ceramica, sempre ospitato nella fabbrica M.G.A. in Albisola. Sempre in Albissola Marina, nel 1991, con Carla Bordoni, Paola Grappiolo e Daniela Di Marco, fonda il Centro Artistico e Culturale Bludiprussia, luogo di esposizioni, confronti e incontri. Nel 1996, su richiesta dell’Amministrazione Comunale di Albissola Marina, Dangelo progetta l’Oscar d’Albisola che realizza in ceramica smaltata, per tutte le edizioni del Premio. Dal 10 settembre 2008 è “Cittadino Onorario” del Comune di Albissola Marina con la motivazione: “Artista di fama mondiale da sempre amico e ambasciatore nel mondo di Albisola”.
Nel 1993, con un gruppo di giovani talenti amici, dà vita al gruppo Nuovo Proun (Noyovo Proekt Utverzdnija Novogo) a Milano e Ginevra.
La sua pittura è trasversale alla poesia, dove citazioni rapide costituiscono l’insieme dell’opera in coerenza col pensiero surrealista sulla libertà psichica e la casualità del gesto.
Parallelamente all’attività di pittore e scrittore, Sergio Dangelo realizza ceramiche a gran fuoco, oggetti (hand-made), dipinti su lamiera smaltata, litografie, acqueforti, illustrazioni per testi poetici (Williams, Sanesi, Sauvage, T. S. Eliot, Lina Angioletti, Michel Vachey, Théodore Koenig, Alain Jouffroy, Bernard Jourdan, Anaïs Nin, Sarenco, Alain Pierre Pillet, Ermanno Krumm,…), organizza esposizioni divulgative dell’idea surrealista, in una forma di sperimentalismo costante e in omaggio all’“antistile” che caratterizza ogni sua attività; è amante e cultore di Jazz; pratica il Kendo ai massimi livelli (III Dan F.I.S. – Z.N.K.R.).
Ha collaborato alle riviste Phantomas, Temps Mêlés, Panderma, Verona Voce, Lotta Poetica, Bit, Resine, MAC, Docks, Opus International, Arteincontro, Les lèvres nues, Musica Jazz, Documento Sud, Imago, Human Design, Daily Bul, Amenophis, Bokubi, Bokunin, Clandestino, Phases, Plus, Egolalia, Barriera, Il Gesto, Opus, Boa, Il Monte Analogo, Alfabeta (1a serie), La Gola, Edda, Merore, Der Tafel Ronde, Kiliagono, Les Seillianais, Phreatique, D’Ars Agency, Azimut, Actual, Boîte. Ha illustrato Madame Bovary con 11 segnali sintetici (Edizioni Iles Celebes, Ginevra, 2007).
157 sue opere sono in 43 musei dei 5 continenti. Il carteggio Dangelo-Théodore Koenig (1953-1983) è depositato alla Bibliotèque Royale de Bruxelles. Il carteggio Dangelo-d’Orgeix è depositato alla Bibliotèque Nationale de France a Parigi.
Nel 2023, a poco più di un anno dalla sua scomparsa, il Comune di Albissola Marina gli dedica un evento - omaggio, con una mostra antologica al MuDA (Museo Diffuso Albisola): Sergio Dangelo. Un viaggio surrealista passando da Albisola.
Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, all’interno dell’evento Città fantastica. Favole d’inverno (organizzato da Città di Torino, Torino Cultura/24Ore Cultura), sulle facciate di Piazza S. Carlo a Torino, viene proiettata fra altre pitture d’avanguardia l’immagine della sua opera La pluie, le beau temps (collezione Intesa Sanpaolo).