
Press release – Pietro Finelli: Border Painting
29 Gennaio 2014
Anselmo Carrea
16 Settembre 201427 maggio - 28 giugno 2014
«Metti insieme due cose che insieme non sono mai state. E il mondo cambia.
Sul momento è possibile che la gente non se ne accorga,
ma non ha importanza.
Il mondo è cambiato lo stesso».
J. Barnes, Livelli di Vita
La Galleria Monopoli è lieta di presentare Lorenzo Taini 2.0, una mostra personale del giovane artista
milanese Lorenzo Taini.
Alla sua seconda personale milanese, e dopo aver portato il suo progetto artistico in importanti musei
nazionali come il Museo Piaggio di Pontedera, Palazzo Ducale di Genova, Palazzo delle Esposizioni di
Torino e in Germania nel Braidenbach Studios di Heidelberg, Taini offre una nuova visione del suo
lavoro in costante aggiornamento.
Nel corso della mostra, attraverso una lucida ed elegante rifessione, si ripercorrono le contaminazioni,
ovvie ma mai banali, tra il vivere quotidiano e l’espressione artistica. Come scrive lo stesso Taini:
“vorrei che questa personale fosse una piccola occasione per rifettere sulla permeabilità dei ruoli che
la vita ci impone. Credevo, in principio, che il lavoro di cui vivo, l’insegnamento, togliesse tempo
all’arte, quando ho capito quanta arte si poteva fare con ciò che scoprivo insegnando.”
È nel fare, infatti, che troviamo nuove possibilità; è attraverso l’agire che si conquistano nuovi spunti di
creazione, come appare evidente in uno dei lavori in mostra: la sospensione ripetuta delle gomme da
cancellare. Scampoli di vita raccolti nella scuola dove l’artista lavora, sospesi e immersi in una luce
nuova. Grazie all’alienazione dal contesto, l’oggetto di uso quotidiano si rivela in una consistenza
affatto nuova. Separandoci dagli schemi di ovvietà, in cui siamo immersi, ci costringe a riflettere sul
sedimento quotidiano di noi stessi che lasciamo sulle cose, anche su quelle più umili e banali.
Come ricordava Accame (1), Lorenzo ci dimostra che il senso può essere risolto dall’intelligenza di uno
sguardo.
In un secondo momento, questa contaminazione tra ambiti diversi ci aiuta a sfatare il mito dell’artista,
chiuso nella sua torre d’avorio, che vive d’arte e di autoreferenzialità. Proprio come, osservando
l’armoniosa ripetizione delle forme sospese e il loro intrecciarsi d’ombre, ricordiamo che per parlare di
arte sono imprescindibili l’equilibrio compositivo e il labor limae.
Saper fare d’artista ed equilibrio che si ritrovano anche, e soprattutto, nelle tele di Lorenzo Taini. Ed
ecco tornare la ripetizione, chiave di volta delle creazioni naturali e dell’esistenza umana, movimento
che rievoca il respiro, il suo fusso continuo e vivificante.
Moto di continuo ritorno, dunque, come forma di meditazione estetica che garantisce un equilibrio,
all’artista, quando crea, al fruitore, quando osserva.
La stessa forma di ecologia della mente, ironicamente definita come “Punizione”, la ritroviamo nelle
carte, fatte di segni e movimenti ripetuti, come in un moderno mandala occidentale, che si prefigge
l’obiettivo di sopravvivere al cambiamento della propria identità. Punizioni, infine, proprio come
quelle assegnate in una scuola che non esiste più, ma che qui, escono dagli schemi della coercizione
dell’autorità, per trasformarsi in volontario movimento di catarsi della vita quotidiana.
Una mostra, per concludere, che come scrive Grazia Varisco nel testo in catalogo, sorprende per
sorprendere, diverte per divertire, diverge dalla normalità con invenzioni che sollecitano la mente e
allontanano il sopore di tanti stereotipi.
(1) G. M. Accame, 2011, in La ripetizione sospesa di Taini